Pier Giuseppe Murgia ha lavorato per la prima volta in televisione all'inizio degli anni Settanta realizzando un'importante inchiesta sulla scuola, insieme a un giornalista di grande qualità, Emilio Sanna e al regista Carlo Tuzii. Murgia firmava come collaboratore alla regia, ma in realtà girò quasi interamente le cinque puntate dell'inchiesta, viaggiando per tutta l'Italia, dal Piemonte alle isole. E' evidente nel suo modo di porsi di fronte alla realtà la lezione zavattiniana, con una sorprendente capacità di cogliere gli accadimenti dal vivo. Molti sottolinearono la singolarità di quel "cinema diretto", l'attenzione poetica al mondo dell'infanzia e dell'adolescenza ma anche lo spirito di contestazione, la scelta di stare dalla parte degli esclusi, dei marginali. Ne fa testo la battaglia contro le classi "differenziali", vero ghetto dei disadattati e dei disabili e anche dei ragazzi provenienti dalla famiglie più povere, quelli "impreparati perché intimoriti". In un momento in cui si progettava di trasformare la scuola dell'infanzia in scuola di Stato, il contrasto che Murgia rappresentava, immediatamente dal vero, dagli asili religiosi confrontati con la straordinaria esperienza delle scuole materne di Reggio Emilia, gli procurò un ostracismo in TV che durò quattro anni.

Dentro la scuola. 

 

 

  

 

 


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